Informazione e disinformazione

Salve a tutti, poiché questa è la prima newsletter che scrivo per gli amici di Uniteam, credo sia opportuno e preliminare che mi presenti.

Sono Michele Gravina, founder e CEO della Michele Gravina Srl e da circa 25 anni mi occupo di servizi, consulenza e software per il credit management. Il mio ambito operativo in realtà insiste su tutto il Supply Chain Finance, che come definito dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, è “l’insieme di soluzioni che consentono a un’impresa di finanziare il proprio Capitale Circolante (crediti, debiti, scorte), facendo leva sul ruolo che essa ricopre all’interno della Supply Chain in cui opera e sulle relazioni con gli altri attori della filiera”.

La mia mission professionale che, credo, non possa ammettere smentita, è quella di mettere il cliente al centro di un ecosistema di soluzioni che, scevre da logiche di puro marketing, possano essere di effettivo supporto nel ciclo order-to-cash.

Per questa newsletter mensile, il mio personale obiettivo, è quello di affrontare con la massima obiettività e onestà intellettuale alcuni argomenti di interesse comune, che tutti gli operatori del settore si trovano a dover affrontare nel corso della propria attività professionale.

Fatta questa premessa, l’emergenza COVID-19 che tuttora stiamo vivendo, sebbene con una prospettiva diversa rispetto agli ultimi 3 mesi, è cioè quella della ripresa, ha come tutte le crisi accentuato l’esigenza di imprese di tutte le dimensioni ed operatori economici in genere, di avere a disposizione strumenti (oltre che finanziari) che possano offrire un concreto supporto alla gestione delle criticità, ma anche del ritorno alle attività di ordinaria amministrazione nei confronti dei propri clienti.

Un ruolo importante viene interpretato dai data provider, da una parte, e dalle agenzie di investigazione commerciale dall’altra. Gli uni non possono escludere le altre. La mia pluriennale esperienza lavorativa mi porta a propendere maggiormente per queste ultime, diffidando di data provider che si improvvisano informatori commerciali con esiti nei fatti spesso deludenti.

Tuttavia, a mio parere le 2 fonti vanno accuratamente integrate avendo bene a mente una semplice regola: troppe informazioni producono dis-informazione!

In altre parole, occorre effettuare una selezione qualitativa di dati e informazioni, avendo cura di integrarle con le proprie informazioni interne (vero patrimonio aziendale), e quelle provenienti dalla propria rete commerciale. A questo si aggiungono, ovviamente, le informazioni provenienti dal circuito dei soggetti garanti (Assicurazioni, Factoring), e il “gioco” è fatto!

Sulla base del numero di clienti gestiti, e dalla mole di transazioni da essi generate, un software che metta a fattor comune tutti questi dati e consenta di efficientare la gestione operativa del ciclo order-to-cash sarà certamente di grande supporto. Ed in questo la soluzione CreditBox potrebbe essere un valido alleato.